Attendibili studi scientifici dimostrano – e creativi esperimenti quotidiani confermano – che la musica influenza emozioni e stati d’animo attraverso più meccanismi. Per esempio, suoni forti/inaspettati attivano il tronco cerebrale e il sistema nervoso autonomo (paura/allerta); variazioni di armonia o ritmo creano aspettativa e sorpresa; una melodia può evocare ricordi lontani; le onde sonore dialogano con la dopamina producendo piacere.

Poi  ognuno ha la propria felicità acustica: chi si rilassa con Mozart e chi con i Metallica; chi trova pace nelle variazioni jazz e chi nelle onde del reggae; chi canta con il pop e chi si abbandona all’elettronica – e poi c’è il punk, che per  definizione gioca fuoriclasse in anarchia emotiva.

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